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Vincent e Maurizio, tra i primi a partire "L'Erasmus ha cambiato le nostre vite" di Valeria Pini

QUANDO partì dal Belgio con il suo amico Eric, 25 anni fa, Vincent non sapeva neanche dove avrebbe dormito. Ad accoglierli a Bologna c'era un professore universitario della facoltà di Economia che li aiutò soprattutto nei primi giorni. Era il primo anno del programma Erasmus e i due ragazzi, partiti dall'università di Louvain La Neuve, fecero da apripista per il Belgio.

"Per me è stata un'esperienza unica, mi ha aperto la mente", spiega Vincent Behaghel, 46 anni, oggi a capo di una società immobiliare, a Bruxelles. Pochi mesi dopo dall'Italia fece un viaggio simile Maurizio, studente dell'università di Perugia, che decise di andare ad Alicante, in Spagna, per studiare la Costituzione iberica. "E' tutto incominciato per caso, ma l'Erasmus mi ha cambiato la vita. Mi ha aperto le porte del mondo, ho scoperto l'Europa. Mi ha proiettato in una dimensione internazionale", racconta Maurizio Oliviero, 45 anni, oggi professore di Diritto pubblico comparato all'università di Perugia.

L'apertura verso il mondo. "Era in assoluto il mio primo viaggio all'estero, ma da allora non mi sono più fermato. Oggi mi sposto in continuazione per lavoro. Seguo progetti e congressi in Europa, Israele, in Afghanistan o negli Stati Uniti", aggiunge Oliviero. Nel 1988, gli studenti che uscivano dall'Italia per seguire
corsi nelle università straniere erano solo poche decine; oggi, a 25 anni dalla nascita 2 del programma Erasmus, sono 22mila. La festa di compleanno si celebrerà il 17 giugno e, almeno idealmente, 2,5 milioni di studenti che hanno partecipato al progetto spegneranno le candeline dei primi 25 anni.

"Dopo quell'esperienza ho iniziato a viaggiare. Ma un periodo come quello, fuori casa, è stato utile anche perché mi ha dato la possibilità di aprirmi facilmente con le persone. Lavoro nel settore immobiliare ed è una cosa che conta nella mia professione", dice Behaghel, che rimase a Bologna 5 mesi.

La borsa di studio. "Ricordo quel periodo come un momento di crescita. Ho cinque figli e spero che possano farlo anche loro quando saranno all'università", aggiunge Behaghel. Anche Oliviero, nominato qualche giorno fa Erasmus Ambassador for Italy, è convinto che tutti gli studenti dovrebbero passare un periodo all'estero.

"Per me incominciò tutto per caso. Avevo finito gli esami a Perugia e il mio professore mi disse che c'era la possibilità di sperimentare un progetto all'estero. Non si chiamava ancora così, ma nel tempo sarebbe diventato l'Erasmus. All'epoca era un'occasione unica, anche se solo pochi studenti decidevano di partire. La borsa di studio, di 500.000 lire dell'epoca, era sufficiente anche per giovani che non avevano grandi possibilità economiche", spiega Oliviero.

"Eravamo i primi - spiega Behghel - e la cosa curiosa è che in quel periodo non si capiva ancora come valutare i punteggi delle diverse università. A Bologna abbiamo preso diversi 30 e questo mise in crisi la nostra università belga. In Belgio non si dà mai il massimo del punteggio e non sapevano come valutare il voto!".

La partenza. "Per fortuna - aggiunge Behaghel - parlavo un poco di italiano. Ma siamo stati accolti molto bene. Il professore di Bologna aveva dei figli nostri coetanei che ci introdussero nell'ambiente. Oggi gli studenti Erasmus sono migliaia e per loro è sicuramente diverso".

Quando partì, Oliviero invece conosceva solo solo qualche parola di spagnolo. "Un'occasione culturale, un'esperienza dirompente che mi ha permesso di conoscere un'altra cultura e scoprire anche un metodo di studio diverso. Nella vita mi ha dato una marcia in più. Sul piano personale mi ha dato l'occasione per mettermi alla prova e superare i miei limiti", spiega Oliviero. "Ma la cosa più importante è che ho acquisito una cittadinanza europea. Secondo me, l'Erasmus è stato l'unico investimento per costruire un programma politico e culturale di cittadinanza europea".

Cosa è cambiato. Conquistato dall'Erasmus 24 anni fa, oggi Oliviero rappresenta l'Italia all'interno del programma Erasmus e tiene a ricordare quanto sia importante investire in questo programma. "Oggi un ragazzo che va all'estero riceve tra i 200 e i 250 euro. Un tempo la cifra era sufficiente, oggi no. I ragazzi vanno aiutati, altrimenti l'Erasmus rischia di diventare un progetto élitario e non un'occasione per tutti".

Le amicizie. Fin qui solo studio e cultura, ma che tipo di atmosfera si respirava 24 anni fa? L'Erasmus è anche sinonimo di divertimento. "Uscivamo tutte le sere e ho fatto molte amicizie - dice Behagel - ho ancora molti contatti, anche se con il tempo e la distanza qualcuno si è perduto per strada. Ho conosciuto persone di tutte le nazionalità. In qualche modo, anche se non c'era ancora l'euro, mi ha aiutato a capire che cos'è l'Europa. Oggi ho anche una casa in Italia".

Insomma un clima che fa pensare all'atmosfera del film l'Appartamento spagnolo, che racconta appunto le vicende di un gruppo di studenti Erasmus, in Spagna. "L'atmosfera era divertente - dice Oliviero - non ho avuto problemi a inserirmi. Ho fatto molte amicizie che durano da anni. Oggi continuo a lavorare con persone conosciute allora e che lavorano all'Onu. Spesso gli ex studenti si incontrano, si è creata una comunità internazionale. Qualcuno si è sposato, perché l'Erasmus è stato il primo passo per creare un popolo europeo".

Numeri, trend positivo. Nell'anno accademico 2010/2011 il programma dell'Ue ha segnato un nuovo record di adesioni, con oltre 231mila "Erasmusiani" e un aumento complessivo dell'8,5% rispetto all'anno precedente. Le tre destinazioni più gettonate sono state la Spagna, la Francia e il Regno Unito mentre il maggior numero di studenti a partire sono stati spagnoli, francesi e tedeschi.

E nella classifica delle quindici università più internazionali ci sono anche tre italiane: l'Alma Mater di Bologna (quarto posto), la Sapienza di Roma (nono) e l'Università di Firenze (dodicesimo). Gli italiani a partire, nell'anno accademico 2010/2011, sono stati più di 22mila e come mete di studio hanno scelto soprattutto Spagna (7.547), Francia (3.338), e Germania (2.199).

Valeria Pini
La Repubblica 15/06/2012
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Si ringrazia Repubblica.it e Valeria Pini per la gentile concessione


15 Giugno 2012


Maurizio Oliviero, 45 anni, uno fra i primi studenti a partire con il Programma Erasmus