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Torna alla home page... Data Odierna: 27 Aprile 2024   
NICOLA SARTOR NUOVO RETTORE DELL'UNIVERSITA' DI VERONA

L'ALVEC non può che essere lieta che il nuovo rettore provenga dall'area economica. Con la Facoltà di Economia è nata la nostra Università e sarà un rappresentante di quest'area a guidare l'ateneo nei prossimi sei anni. Nel tempo abbiamo potuto conoscere ed apprezzare le qualità umane e professionali di Nicola Sartor, dapprima come pro rettore e successivamente come preside di Facoltà. Un pò di orgoglio da parte nostra non può essere nascosto per un Consigliere dell'Associazione che assume questa grande responsabilità. Noi siamo sicuri che Nicola Sartor abbia tutti i requisiti per essere un ottimo rettore. In bocca al lupo, Nicola!

Pubblichiamo qui di seguito l’intervista che il neo rettore ha concesso il 13 giugno al quotidiano “L’ARENA “ di Verona. che ringraziamo per la disponibilità.

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Pacato come nel suo stile british che lo ha portato negli anni a lavorare nei governi tecnici e a ricoprire il ruolo di censore della filiale veronese di Bankitalia e molti altri delicati ruoli in ambito finanziario, Nicola Sartor che dal primo ottobre sarà il nuovo rettore, sotto il principe di Galles svela per la sua università un entusiasmo contagioso. E forse è proprio questa la chiave per capire la vittoria alle recenti elezioni, che lo hanno visto sempre in vantaggio, in tutte le votazioni, e prescelto da tutti i settori dell'università, dai docenti come dal personale tecnico e amministrativo. Docente universitario di lungo corso, già preside di Economia, Sartor dà la concreta sensazione di avere ben chiaro quali leve andare a toccare per dare una marcia in più all'ateneo, affinché non solo cresca il mondo universitario veronese, ma con esso anche tutta la città grazie al patrimonio di conoscenze e ai rapporti internazionali.

Professor Sartor, a distanza di due settimane dall'elezione e quindi a bocce ferme, ha pensato al tipo di squadra che si costruirà per i prossimi sei anni di rettorato?
Farò un po' di consultazioni nei prossimi due mesi: diciamo che mi sono dato un mandato esplorativo. La mia idea è di costruire una squadra nella quale non ci saranno solo professori ordinari, ma anche energie giovani, con un equilibrio di genere e delle macroaree. Le competenze saranno la priorità fondamentale.

A mente fredda: che cosa è stato determinante per la vittoria, oltre al curriculum?
Credo la visione di ateneo che ho proposto, che va considerato non in termini personalistici ma con una valorizzazione di tutte le risorse, con un approccio trasparente e istituzionale.

Si è anche parlato molto di discontinuità: che cosa significa in concreto?
Riprendere, nella fase di elaborazione dei progetti, i principi di programmazione e condivisione: in questo i Dipartimenti si sono poco coinvolti. A causa forse anche del cambio organizzativo voluto dalla riforma. si è un po' perso il disegno programmatorio che richiede discussione e coinvolgimento.

Lei ha anche detto che vuole riportare serenità e fiducia: che è successo?
Negli ultimi due anni qualche discussione eccessiva c'è stata. Se manca fiducia reciproca è difficile andare avanti.

Ha ribadito anche il concetto di autonomia dell'ateneo e molti l'hanno letto come il rischio di tornare alla turris eburnea...
No, no, ci mancherebbe. Ho sempre visto con grande favore un rapporto molto aperto con la città, direi di osmosi non solo con Verona ma con il mondo. Dico solo che le Università come i Comuni hanno una storia di quasi mille anni e hanno rapporti di collaborazione molto stretti che non certo antitetici ma tengono in considerazione il patrimonio di ciascuno. Noi, anzi, abbiamo nel nostro consiglio di amministrazione tre esponenti della città e sono persone con ottimi profili e competenze di altissima qualità dai quali ci aspettiamo importanti contributi. Confido moltissimo in questi contributi, anche critici, perché provengono da una prospettiva diversa dalla nostra: progetti e attività vengono visti con occhi diversi e anche questa è una opportunità di sviluppo. Quindi, se la turris eburnea resiste in qualche nicchia, va smantellata.

Quando parla di ateneo aperto alla città, la sua visione va anche oltre: guarda al mondo. Ma resta il nodo delle risorse no?
La città deve capire che può avere un grande ritorno dalle nostre relazioni internazionali e dalle nostre eccellenze scientifiche, economiche e umanistiche. Pensiamo a Medicina e ai convegni di livello mondiale che arrivano in città, oppure agli studi economici di livello internazionale (tira fuori dalla borsa un numero del Wall Street Journal dedicato a una ricerca veronese). prendiamo il caso dell'agroalimentare: siamo molto forti su vari fronti e abbiamo un polo a San Floriano pronto per il potenziamento: perché non possiamo puntare più in alto, proponendo Verona punto di riferimento mondiale per alcune attività? A volte mi prende un senso di frustrazione nel vedere quante opportunità abbiamo e quante poche risorse sono disponibili.

La Passalacqua è una grande opportunità, ma se investite solo voi...
In città abbiamo ottimi rapporti, consolidati, con il banco Popolare e la Fondazione Cariverona. Sono ottimista su questo fronte per i progetti di comune interesse. La Passalacqua deve diventare un grande centro culturale, non soltanto una grande biblioteca: deve avere sale polifunzionali per completare lo sviluppo della parte umanistica.

C'è un problema di spazi in questo ateneo, soprattutto per quanto riguarda i laboratori e la ricerca no?
Sì, la risorsa davvero scarsa è quella degli spazi. Abbiamo necessità di edifici nuovi per i laboratori, in particolare a Biotecnologie, che siano vicini a chi fa ricerca. Da soli non ce la possiamo fare e per forza dobbiamo aprirci ai privati. Non possiamo avere queste carenze di spazi che non ci consentono di chiamare dall'estero scienziati che potrebbero lavorare con noi sia in campo scientifico che umanistico. Per questo nel polo umanistico di Veronetta servono spazi polifunzionali alla Passalacqua, mentre a Borgo Roma un piccolo parco scientifico. Le relazioni internazionali le abbiamo, siamo carenti di spazi.

Innovazione e ricerca: il rapporto con le imprese è fondamentale. I canali sperimentati però spesso hanno deluso: la via migliore per mettere in sinergia ateneo e impresa qual è?
La strada migliore sono la creazione di start up e spin off. Già con il rettore Mazzucco è stata avviata questa iniziativa per stanziare risorse per progetti di ricerca che vedono impegnati università e imprese. Si tratta di mettere in contatto le due realtà e poi creare una start up o uno spin off. È uno dei modi più concreti per arrivare a realizzare progetti di successo anche se sono attività ad alto rischio e in Italia manca la cultura del “venture capital”. Ma ci sono istituti finanziari italiani ed europei che possono essere coinvolti in questi progetti.

Un ateneo autonomo dalla politica: cosa intendeva? Fuori i partiti?
Non confondiamo i piani. Noi sappiamo bene che non possiamo lavorare senza una visione della polis e del mondo universitario che ha progetti da condividere con la politica sanitaria, con l'assetto del territorio e così via. Non siamo avulsi dal contesto e dalla nostra comunità. Diverso e fuori luogo è invece forzare la lettura delle vicende universitarie in chiave partitica e di schieramento. La strumentalizzazione va evitata. I partiti sono indispensabili per il dibattito politico e democratico, mi preoccupano le nuove forme di democrazia diretta sul web, tanto per capirci. E spero davvero che a Verona si possano rafforzare i momenti di condivisione su progetti per la città: a Padova sono molto bravi in questo, per non parlare delle Regioni e Province autonome come Sicilia, Trentino e Alto Adige dove nel momento in cui si deve fare squadra non esiste maggioranza e opposizione. Verona è un po' meno brava.

Tagli e risparmi, capitolo doloroso...
Andiamo verso una riorganizzazione progressiva della nostra amministrazione, non per ridurre il personale ma per ampliare i servizi e snellire le procedure. Dobbiamo lavorare su efficienza ed efficacia, per esempio centralizzando gli acquisti. Insomma, la volontà di dare una marcia in più all'ateneo con progetti nei quali coinvolgere la città e altri mondi, anche privati, c'è tutta: non chiedo beneficenza ma partecipazione e condivisione per genuino interesse.


18 Luglio 2013